Cento 26

Lui è un giorno che cade a volte:
è marzo quando finisce aggrottato nell'afa
ed aprile che sbadiglia dal tetto della tramontana.
Lui non potevo prevederlo: ha occhi che diresti di nord
se non soffiassero come mandorle gravide di scirocco
in cui stanno stivati monti e sabbie, nomi e gemme,
lacrime senza candore e mani che hanno arato al destino
trabocchi inconsueti. Lui è arrivato quando avevo ordinato me
stessa alla porta e non mi aspettavo dalla mia ombra
una spalla. Forse teneva nascosta una chiave, o una radice,
perchè è con quella che mi ha scardinato il deserto.