Cento 27

Vuoi una prefazione: al tuo cuore, a Novembre,
ai tuoi detti, ai dettati. Ma io non so inaugurare:
sto meglio alla fine, lì mi accomodo bene.
Non sono perfetta, mi sfilo facilmente: ho
ovunque rappezzi che non fanno sicuro un solo
passo di pelle. Eppure ti amo e mi cucio ai tuoi
giorni una sagoma affine.  Ogni tanto la provo,
a volte mi calza più grande ed ingoia, a volte mi soffoca.
Su di me è messa una taglia, ed è pure sbagliata.
Ma per averti indosserò la scomodità
come divisa. Se mi terrai accanto
da un cencio allestirò la sposa.