Cento 31

Venite a vedermi: ho ucciso il chiavistello al mio ventre.
Adesso sorride e beffeggia le tegole strette
come denti che preparano il morso.
Sembra una tenda e sotto stanno le dita che mi hanno vinta,
tre carte e una sfera.  Venite a guardarmi:
non ho una teca per proteggermi dal fiato
che lascerte dicendomi peccato e straniera.
Ma voglio sappiate come si spoglia improvviso
dal foglio l'autunno, come l'albume dal tuorlo.
Che la tristezza è solo un guanto.