Cento 43
La paura è venuta a farmi visita: a quest'ora la strada è sgombra.
Le ho preparato una sedia, una pausa di legno che non usavo più,
ho spalancato la bocca solo una volta per provare il saluto.
La paura vuole rispetto. Mi sono vestita con cura, noi siamo il
lume e la candela, lei è seria, io pure, lei vince, io no.
Ci sono tante forme fra i rami stasera: alcune ricordano il
mio banco di scuola, altre sono lavagne, due nuvole
sono state bocciate. Alla paura ho detto di te e di come
mi ami, lei ha festeggiato una smorfia e bigiato la gioia,
mi ha detto che ti spingerà più in là del mio cuore,
perchè tu hai ali, io ganci. Allora ho urlato e le
ho rotto una gamba con i denti e le ho rotto la rotta
con cui mi puntava. Voglio imparare il tuo volo e
anche se la vita ha licenziato le mie piume, so che
da un angolo della tua mano assaggerò il cielo.