Poesia
Cento 44
Mi ammalerò, mi ammainerò, ammansirò,
forse non ammaestrerò. Non importa, per averti sarò
gabbia, capezzale, albero e registro. Per averti
farò il guasto al saltimbanco, il ritardo al trapezista,
sarò la caduta del funambolo, la sfera sfuggita
al giocoliere, il filo che ripudia la marionetta, la
memoria vedova del suggeritore. Tu sei il
mio cerchio, in te sto raccolta, e io sono il tuo
circo di guadi impossibili. Non basta un tendone
se il mio cuore indossa la parrucca e fa un trucco
per conquistarti: un triplo salto è immorale
per sfida ma la morte è dove tu non mi guardi.