Cento 51
Verranno a prenderti: sarà con lo sbadiglio di giugno, o
forse con la coda di agosto o con il cielo butterato
di ottobre, ma verranno. Credi non mi accorga
di come ti guardano le stelle? Di come si voltano
al tuo passaggio i giorni di festa e quelli di mercato.
Di quante finestre e falene, e stuoie ed ali potrebbero averti?
So che verranno: tu sei creatura di affanni e sospiri,
di cuori temperati appositamente a pungerti
con un segno, un indirizzo, una sosta.
Certo, io potrei stancare la porta ad una maratona di sigilli,
seppellirne i guadi privandoli anche della dignità di una croce,
potrei ingombrarne la soglia con una zavorra di scuse,
ma fino a quando? La tua luce è sboccata e vistosa , non ho
ingegno capiente abbastanza per innestare alla tua bellezza
un uncino, un germe di imperfezione. Ecco perchè di tanto
in tanto ti guardo più a lungo e mi soffermo sullo scoglio
che ti sta fra le labbra quando sei vinto dalle maree eppure
ti fingi sorpreso di un'altra vela. A volte vorrei dirti che anche
la spina più agguerrita ,ti meriterebbe più del mio istante
di petalo,che io sono la tua prigione e dentro ti ho allestito
tutto con grande garbo, ma se poi la chiave, anche lei donna,
ti sorride maliarda, io , d'improvviso, ricordo la mia fama.