Cento 52
Ho un passo che non sa stare in Quaresima,dovrei farmi
amico il digiuno e corteggiare da tre venerdì.
Nelle mie stazioni non ci sono panchine, direzioni ed orari,
tutto procede alla rinfusa sgattaiolando fra l'incerto e la fretta.
Credo mi dicano bella perchè non trovano il fiato per
finirmi con lo sguardo, ma in fondo tutti sanno del mio guscio,
di come infilo male gli anni,di quanti portoni mi hanno travolta
con l'insolita scusa di non avermi contata. Ecco, forse è
proprio così: io a volte della vita perdo il vanto ed il canto
per quella strana creatura che mi hanno cucito come
un voto sotto la pelle. Ogni volta che trovo il fiore
complice della mia fame, poi ho paura di ingaggiare
le dita. Allora torno il giorno dopo, armata di un pensiero
che sa di forbici e di lama, io offro occhi di purgatorio
dove l'inferno è già passato a fare scorta.