Cento 54
Forse è così: le mie parole non
hanno suture, sono stelle slacciate
da troppo tempo, novizie dalla clausura
sbadata. Tutti credono le abbia tranciate
per darmi una fine e di nascosto, che
ne abbia potato il nervo mentre la pagina
cuciva un'altra portata di versi. Ed invece
non sanno che le parole rassettano la
mia casa, che quando spalanco una finestra
sento il cinguettio dell'alfabeto, che ho tre
punti esclamativi come sveglia ed una virgola
per gonna. Non sanno che le mie ossa stanno
bene fra parentesi, che la mia carne è punteggiata.
Ignorano che le parole ti hanno chiesto anima e
nome, offrendoti da bere, che al primo appuntamento
sono venuta sporca d'inchiostro e sulle mani avevo
ancora il sangue dei miei pensieri.