Cento 59
Non fate più il mio nome, oppure fatelo
in modo che non somigli all'ombra che gli
dava il suo sole.Chiamatemi fosso, danno,
sventura, ritirata o taglio, trovatemi un gancio che
tiri su bene la mia carne senza ricordarmi come mi
battezzarono e con quale lettera s'apriva la mia croce.
Non fate più il mio nome, non voglio sentirne calzare
la pronuncia, piuttosto svernarne il senso ed il sapore.
Voglio voltarmi a mille altre insegne che mimeranno
il mio esercizio di braccia e pensieri invenduti.
Che il mio nome lo prenda il vento: che vada in giro
a beffarsi di quanto poco gli sia costato
quello straccio fatto di sei toppe.