Cento 6

Voglio tre figli, tre fogli, una penna soltanto che basti
alla prima stesura mentre il bucato esala al sole ed
il giorno suda l'ultima corsa. Voglio la tua veranda
di ombre pulite, la tua età di mestiere, le spalle
che aggrotti  per nasconderti il cuore.
E forse fai bene che quando palpita a vista
la polpa con cui ci leghiamo, è più profonda,
imbarbarita la punta che assale.
Ma io ti amo ed il mio grido è tondo e corsivo:
l'unica maiuscola ammessa è la tua porta
da cui il mio tempo non sa più tornare.