Cento 65

Il mio cuore ha cateratte inguaribili: forse
per questo sbaglia mira e si uccide.
E' una carretta del male, un asino che non sa guidarsi,
è catramoso e in cagnesco, castigato, un Caronte annegato.
Meriterebbe tre chiodi sul  muso quando annusa una via che
gli sembra perfetta. E tu lo eri: perfetto, predetto, prescelto.
Lo tenevi bardato al tuo verricello e lui guaiva sperando una sella,
una storia di redini. Poi gli hai visto la schiena e quanto era ingobbita:
il feto del volo  arricciato in un buco. Allora mi hai chiesto quando
erano morte le ali, se tu c'eri, se sapevi fermarmi.