Cento 67
Il mio guasto ha origini antiche, e c' è anche chi pensa sia giusto.
Un catasto di mali è la mia carne quando sfasciata dagli orpelli
dei fuochi di maniera, dalle contraffazioni dei modi, si mostra
struccata, trafitta, tradita. Ricordo però la parentesi della tua bocca
sui letti di febbraio ancora madidi d'inverno, ricordo mi aggrappai
a lei per sollevarmi al tiro miope della felicità. Mi dissi: ecco, mi vede,
mi raggiunge ed allaga, il suo bacino cede l'argine al mio colpo,
come una terra allo straniero. Ma è stata resistente e balorda,
è durata quanto dura lo schioppo che trova e deflora il cuore
del nido. Ed io stavo là, tenera in mezzo alle ali, calda di
ingenuo apprendistato: non era il mio turno
quel giro a vuoto che mi sfidava a non finirmi.