Cento 74
MI curano la tristezza come morbo, ogni tanto
scostano il bacillo sul comodino, virulenta
abatjour e credono in questo modo di allentare
il contagio, di sciogliere la pustola che mi attracca
sotto l'anima un'altra pizzuta dose di veleno.
Poi hanno un lampo di genio: prendono bende e bande
come grano e le stendono attentamente sui miei giorni,
forse pensano sia una rottura da assolvere, una perdita
da educare, un guaio momentaneo. Non hanno in effetti
manuali di pronto uso alla mia stregua, il montaggio è
stato frettoloso e casuale: così provano rimedi che durano
una notte. E quando si alza la febbre di un'altra sconfitta,
accendono un moccolo e non sanno che così non allontanano
niente, solo mi tradiscono ancora, che non possono pretendere
un sorriso se non gli procurano l'invito.