Cento 75
Ti vedo arrivare che la sera non ha ancora
grugnito, una mela di gesso è la luna e violenta, sta
sola in croce in un cesto di rondini, in un ghetto di buio,
in un gesto di azzurro con cui le nubi fanno finte di nidi.
Tu hai fama di grande solitudine, dicono vieni a bere
la vita dal pozzo più sciocco, ma meno sguaiato.
Dicono di averti svestito tante volte per darti calore,
hai stima di ferro battuto da freddo, che non hai
mai preso la piega, la via del ritorto.
Di te dicono una storia di mare sporgente, di
finestre assordate dal sale, di funi e di fughe.
Io ti riconosco più facilmente la sera se ti vedo arrivare
e non c'è boria nella tua bocca, ma il gomito di un vento
educato che ha la faccia di Abele.