Cento 79
Molti credono che per farmi felice serva
la coda di una stella comprata a buon prezzo
nel giorno di miglior affare, magari incartata
in un tulle di buio arricciato per l'occasione.
Credono mi serva quello sforzo sudato da
bugiardo banditore o il gesto che non rincasa
finchè non è visto ed acclamato. O forse si
illudono che il mio sorriso abbia la foggia
dei portoni spalancati a mezzodi ad inghiottire
il sorso più denso di sole, come fossi brava
a corteggiare e portare a letto il raggio ben nato.
La mia gioia è la sedia accostata al muro,
un pensiero lasciato nel piatto a dirmi che sono
mancata alla fame, la finestra che non bacia
il suo incastro fino all'attimo della mia mano.
La mia gioia è quando ti svegli con il mio nome
ancora sulla bocca, come l'ultima cosa assaggiata
da cui non hai fatto in tempo a pulirti le labbra.