Poesia
Cento 91
Vestitemi d'organza quando sarò impronta:
non voglio mi pesi sullo sterno niente più del cielo.
Lavatemi via dal petto i giorni in cui vissi di spalle perchè
senta il freddo applauso delle migrazioni. Abbindolate
il mio silenzio con le vostre allodole, fate un recinto di
tutti i no che munsero la gioia ai si che avrei dovuto
pronunciare. Mettetemi a guardia una stella, una strofa,
un mercenario che scambi pane con sangue.
Vestitemi di organza: credo si adatti meglio
quell'ostia alla mia calce. E quando la spezzerete
per offrirne le maniche, fate attenzione alle mie gambe,
cucite là sotto, svernate dai passi.