Vestitemi d'organza quando sarò impronta:
non voglio mi pesi sullo sterno niente più del cielo.
Lavatemi via dal petto i giorni in cui vissi di spalle perchè
senta il freddo applauso delle migrazioni. Abbindolate
il mio silenzio con le vostre allodole, fate un recinto di
tutti i no che munsero la gioia ai si che avrei dovuto
pronunciare. Mettetemi a guardia una stella, una strofa,
un mercenario che scambi pane con sangue.
Vestitemi di organza: credo si adatti meglio
quell'ostia alla mia calce. E quando la spezzerete
per offrirne le maniche, fate attenzione alle mie gambe,
cucite là sotto, svernate dai passi.
14 aprile 2012
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Scrivo perchè le mie dita sanno dire meglio della voce.