Cento 94

Mi aiuteresti? Mi diresti dove si annoda
la falla? Hai perizia di guasti, di buchi?
Vuoi infilarci il dito per saggiarne l'irreversibilità?
Ti suggerisco i sintomi, poi puoi dettarmi
la posologia se trovi il verso della mia storia.
Ti offro un veloce ragguaglio del mio sistema,
appendi il tuo giorno alla gruccia ma solo
per stare più comodo, il mio danno non
impiegherà  molto tempo.
Sono il neo di tutta la nidiata , difficile non
notarmi, ho la forma del sangue rappreso,
non sarà mai un rubino, piuttosto uno sputo
stantio. Quando il feto è ancora madido
di nascita e squittisce  ansioso di lancio,
nella losanga tiepida di ali, nel padrenostro
dei cuori implumi , io gestisco l'unica coda
arruffata, il becco su cui nessuno punterebbe
la posta. Certo potrei ordinarmi un vassoio
di cielo, non sfigurare, ma è così palese
tutto il rigurgito che al primo tentativo, credo,
mi starnutiranno. Scusa se cerco  nelle tue
mani il filo per riconciliare i miei arti alla testa
che ancora sbava parole senza ritegno.
Scusa se chiedo al tuo amore un armistizio
fra le mie parti. E' solo che vorrei capire
se sono più colpa o più abbaglio. Se
almeno una volta il mio indietreggiare sarà
per il rinculo del destino che ho finalmente centrato
e non più un'altra fuga dalla sua infallibile mira.