Cento 96

Ci vedremo che le mie parole saranno cariate,  smussate
dell'unica punta con cui potevano entrarti nel petto.Saranno
invecchiate le belle stole di lettere con cui mi arrangiavo
al tuo cuore sperando di trovarne l'intonazione, canuta l'arte
nera che usavo come ostello quando, già nuda sulla pagina,
aspettavo mi bussassi per chiedermi qualche ora di gioia.
Sentirai l'olezzo dei versi in marcescenza, il putridume di ciò
che, non detto, ha arrancato per giorni al bordo delle mie dita
per poi rovinare in una nuova caduta. Ci vedremo che saranno
irreversibili i nostri sbagli, tutti agghindati e sull'attenti
a restituirci l'affronto. Dovrò chiederti nuovamente il nome
e di quale santo fu devota tua madre, stilerò  in gran segreto
la lista delle cose che mi sono piaciute fra il bianco e la
stanchezza, la resa ed il rimorso. Festeggeremo la rimpatriata
delle occasioni decomposte. Soffieremo dieci volte sulla cenere:
esprimeremo l'abracadabra che spenga per sempre
alla bocca il sapore avvizzito.