Centouno

Di Febbraio non portatemi più il nome,
la voglia, il baiocco.  Mi terrò come
reliquia il coriandolo morto sotto la suola,
la stella sfilata, il desiderio pigiato
alla vigna già sterile.  Di Febbraio non ditemi storie,
lo vedo appaiato al mio affanno, al burbero
groppo del cielo, all'infamia dei venti.
Che poi ci sia nata anch'io sporgente, sopita,
intirizzita, non credo sia un caso, perchè gli
somiglio.  Sotto la scacchiera di Arlecchino
che indosso, un morso di neve sta sempre in agguato.