Chari-Oscuri
Domenico Felice
CHIARI‐OSCURI
Parte I
CHIARI
I
E poi
sei venuta tu,
bimba vestita di sole
che guardi nella direzione del vento,
anemone infinita.
II
Una lama di fuoco
incendia
i confini del cielo.
Tu esisti
in ardore.
III
Ho guardato un cielo di rondini:
Sfavillio di voli
Dov’eri tu la regina.
IV
Ovunque volgo lo sguardo
ci sei tu,
ninfea immortale.
V
Di astro in astro
Per sempre noi vivremo
Sterminata eco
Di un bacio infinito.
VI
Vorrei essere l’aria che respiri
per perdermi nel tuoi alveoli,
mirabile plasma,
animula infinita!
VII
Tu vestita di sole
e io di vento
per sempre vivremo
mirabili creature
di uno spazio senza fine
VIII
Stupefatta la notte entrava nel giorno e
il giorno entrava nella notte stupefatta
con l’urlo congelato alla gola.
Destati, amore: è l’ora.
Viviamo questo tempo che non è
né il giorno né la notte,
ma quello del sogno e della conoscenza.
IX
Altrove – non qui –
Parleremo il linguaggio dei fiori
Comprenderemo le voci di tutti gli esseri
Della terra e del cielo
Percepiremo gli echi degli astri
Senza più confini né tempo
Come luce pura
Negli spazi infiniti
Natura nella natura
X
Io sono il mio presente
Un frantume di fuoco
In un gorgo di stelle
Parte II
OSCURI
Data sunt ispis quoque fata sepulcris
Giovenale
I
Qui
Non c’è altro che vento
Vento del nord
Vento del sud
Vento dell’ovest
Vento dell’est
E nulla
Proprio nulla
Che riveli tracce
Di esseri viventi
Solo
Polvere e vento
Vento e polvere
Vento
II
Il tempo,
che tutto consuma,
corroderà anche queste rovine.
Tutto,
anche il vento che le traversa,
sarà consumato.
Resterà solo
un irreale terrore:
un silenzio nudo.
III
Noi siamo nel vicolo dei sorci,
dove abita Squallore.
Eppure,
se c’interroghi,
ti diciamo che non è Squallore che ci opprime,
ma questa grancassa di denti
che ci rodono le ossa.
IV
Ovunque
volgi lo sguardo,
gli orizzonti si chiudono.
Tu sei solo,
accanto al tuo respiro.
V
Sparire
Dietro i sorrisi e le labbra
Sparire
Cancellando gli addii
VI
Fuoco di vento
Vento di fuoco
Vento
Fuoco
E niente acqua
Acqua
Solo
Roccia
Interminata roccia
Irreale terrore
VII
I cannibali
Ciò che il melograno disse alla magnolia:
Fame di vento
È la tua immagine chiara.
Ciò che la magnolia disse al melograno:
Fame di fuoco
È la tua linfa scura.
Ciò che disse il vento:
Sete di fuoco
È la tua dissolvenza.
Ciò che disse il fuoco:
Sete di vento
È la tua trasparenza.
Fuoco.
Vento.
Ora lo sai:
Anche la desolazione ha la sua fine.
VIII
I criminali
Sono vissuto
in un tempo in cui
l’unico evento umano
era la morte.
Eppure, a onore del vero,
anche su quella
l’inumanità era totale.
IX
Contro l’orrore
In te mi dissolvo
Chiarità essenziale
APPENDICE
A mia madre
Eri tu la migliore
Perché parlavi il linguaggio dei fiori
E conoscevi tutti i nomi del dono
Ti porterò doni
Come quando
Eri ancora bambina
E toccavi il cielo con le dita
A mio padre
Né più mai saprai
L’odore verde del rosmarino
Il sapore giallo della vite
La brezza azzurra del mare
Né più mai dirai
Versi di volo e
Di frante primavere
Né più mai coglierai
Assolate asparagine
Abbrunati pungitopo
O ferrigne lumache
Eppure io vedo la tua voce
E ascolto il tuo sguardo
Addossato a questa collina
Dove sussurrano gli ulivi
E odora la ginestra