Chi arriva per mare
Chi arriva per mare
non è un ladro o un criminale,
è una persona che ha perso tutto.
Chi arriva per mare non è uno che vuole rubare
quello che hai tu,
è una persona che ha perso sua madre
morta di stenti per la carestia,
è una persona che ha perso suo marito,
ucciso la notte da qualche guerra,
è una persona che non ha niente,
più niente per vivere,
più niente per lottare nella sua patria,
è soprattutto
una persona che vive e che soffre
e che piange come te,
se hai perso un amore,
se hai perso un parente vicino,
se hai perso il lavoro, o le dita di una mano:
il clandestino non è un delinquente,
il clandestino è una persona come noi
che ha tutto il diritto
di trasferirsi nella nostra terra
dove noi siamo nati per un caso del destino
e avrebbe potuto essere lui
a essere nato qui
‐ al posto nostro.
E avremmo potuto essere noi
ad essere nati in Africa
‐ al posto suo.
Chi arriva per mare
non è un ladro o un criminale,
chi arriva per mare è una persona come noi,
e “clandestino” non significa niente,
se non “essere umano”.
Chi arriva per mare
dopo un viaggio nel quale ha rischiato la vita
non può essere rinchiuso in una prigione
solo perché non ha i documenti,
che sono in fondo
dei pezzi di carta.
Da Taci come il mare, Lerri Baldo ‐ giugno 2009