Sei ancora dentro di me,
come una cicatrice
scavata nella mia anima
che nasconde una ferita ancora calda.
Segno indelebile nei miei ricordi,
che matti si rincorrono
in un cerchio
che via d’uscita più non ha.
Armatura d’acciaio,
grave fardello della mia anima,
che appesantisci i miei passi.
E mi trascino
e lotto
e grido
e scappo.
Sono matto.
Ma ho le mani legate
e i piedi legati
e nulla posso
contro questa sorte
che m’ha imprigionato.
1 dicembre 2006
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