Cinque Cento Diciassette
Questa è l'ora che più di tutte ti somiglia:
il rossore cola ai monti, scandalosa
battuta che dalle ganasce delle diciannove
scaccia il giorno; una sciatta barba
di penombra raffredda le cime al sonno.
Le mamme rinsaccano i figli: bionde o
brune marsupiali, la curva riappacificata
alla schiena dopo lo sforzo, investono
il tempo delle filastrocche e delle
rincorse brandendo giacche,
rossi richiami ai tori ancora teneri.
Dai fiori si solleva l'ultimo sole,
tannica sudorazione.
Questa è l'ora in cui ti immagino
indossare i ricordi ed un giovedì
per cena in cui non avresti mai
supposto il cuore a tua disposizione
qui, fra i finimenti e le bardature
che sellano di limoneti i pori
alle colline. Struzzi azzurrini
con la testa impiccata a fondo,
sabbiatura smeraldo, liquida
lucertola e binario
della mia vita su cui traghetto
cose più o meno vere e mai
forate di un sorriso intero.
Poco astuto andirivieni quello
che lascia sul molo la dose o
l'ingrediente che fanno perfetti gli scali altrui.