Cinque Cento Novantatre
Anche tu sei un tiranno: non importa
quanto bene indossi i tuoi capi o
quante volte ti lavi. Anche tu sotto il piede
o fra le ascelle ed il recinto con cui controlli
gli appetiti hai il tuo bel genocidio, lo sterminio
di massa, paure per redini e repressione come
sperone.Un giorno hai deciso del mio ventre e
del suo circondario, delle cose che dovevano
essere o non essere di mia competenza.
Anche tu sei un tiranno ed ora ti godi le spoglie
del tuo malcostume, l' asciutto massacro
che mi rende deserta, l'osceno spettacolo della
mia carne ancora cucita così come nacque.
Soddisfatto esibisci in una teca questo
imbuto che non conosce passanti e resta
al proprio posto, inutile quanto un traforo mai deflorato.