Cinque Cento Ventiquattro

La gente che muore la domenica
dovrebbe indossare un bel vestito,
una piuma sulla giacca,
carta velina intorno alle ossa
e non la confezione ordinaria,
tantomeno una gru capovolta
sul bacino, lampo assassina.
E' domenica di tranci, affissioni,
di sidri e scosse blu ed una signora
barocca è venuta a prenderti
dal mare con l'uncino, una passata
di funebre manicure ed un'oncia
di caso, suo figlio maledetto
per cui non si apparecchia in tempo
e van gettate le cose alla rinfusa
o lasciate con l'un, due , tre stella
dell'ultima faccenda.  La gente
muore anche la domenica e
la domenica siede  sugli spalti
o sugli scanni, la ciaramella
di una campana, gamba
elettrica e sintetica, dal festivo
volge al pianto.  Una pallina
gialla, un fegatino, già rimbalza
sul fondo rosso mentre tu
poco più in là imbustato,
la causa spiegata con le
foto  dei giornali, dal corpo
dritto dai alla domenica  lo sfratto.