Cinque Cento Ventotto
Questa la mia vita prima di te:
una vite guidata nella gonna
buona, filare di merletto a
boccioli rosa. Il bacino una borsa
dalla fodera giovane e senza aloni,
le grinze chiacchiere di comari,
le gambe soldati, le ginocchia
due giostre, i piedi facchini,
gli alluci frecce. Più su il ventre una
stiva del cargo non ancora salpato,
il busto una foca per i numeri facili,
le braccia siluri indirizzati a dovere,
il collo un Atlante a favore di vento,
le labbra conigli, gli occhi due stagni
travestiti da abisso per scusare
il nanismo del fondale, i capelli
bandiere a mezz'asta che ora annodano
le forme dei Paesi in cui vorrebbero
averti, battendo nei porti il tuo nome
come il ferro picchiato sull 'incudine.
Questa la mia vita: so che ti addormenti dove posso
solo disegnarti con i malati indizi
della foto, del ricordo e dell'idea
ed affiggo al mondo il tuo ritratto con il wanted
in grassetto, le ricerche affidate al pendolo
imbustato nel mio sterno, pesce rossastro
con le branchie cucite fino al giorno
in cui dicesti: " E' vivo!" iniziandogli
il moto con un dito.