Clara. Sei Cento Undici
I bambini urlano all'uscita
della scuola e le foglie fanno
gli alberi. Le tane annacquate
dai temporali, gli anziani
posteggiati dalla tosse,
doppiafila di ossa retrò.
Tutto è così uguale, questo ottobre
monozigote di quello andato, gli confondo
il naso, il mento è identico e ventoso,
ereditaria la couperose di funghi e spore.
Forse l'altro però era più alto,
il neo di un chiosco per differenziale,
ma poi che prodigio questa cosa
dell'essere siamesi. Eppure oggi
in una casa manca un respiro:
conta e conta ancora, sono rimasti
in tre e per l'altro hanno aperto
le ricerche. Ecco, hanno portato
i cani e la denuncia è in compilazione:
sotto il letto le pantofole non si sono
mosse, ha un alibi la polvere di
domenica e le scope non parlano
da ore. Ma non un testimone
a dire della scomparsa, quindi
per favore accendi poi spegni
la luce nel salotto, magari il
colpevole è pure fluorescente.
Signori miei, la morte è uno
scalino: come grattarsi
l'indice con l'anulare.