Come concerto di rose

Sento

quel vacuo senso d'infinito

che alimenta la marea del nulla

come fiore di ciliegio in attesa

d'una primavera che più non rifiorisce.

E' l'apnea

il rifugio delle mie utopie

mentre il mondo scopre nuovi boia

ed i giorni

sono uteri feroci

che del mestruo han fatto il grido di battaglia.

Non ci sono rose

non ci sono giardini

solo le verdi lusinghe del petrolio

ad alimentare oasi di cemento

e tutto attorno

in astinenza d'ossigeno

lo sciamare di rifiuti animati

e cervelli inermi

in file disadorne

su propaggini di coscienze mute.

Sento

le tue mani su di me

mi accorgo d'esser vivo

in un contesto di paralisi

e

tutto attorno rinasce

l'euforia d'un canto nuovo

come concerto di rose

allo scoccar di mezzanotte.