Come racconta il senno di poi
Che fossi incapace di sognare fino all'alba
era palese sin dallo scoccare del crepuscolo
eppure sul grande carro c'era posto anche per te
E questo è di quel viaggio
e d'ogni altro
l'esile dettaglio che sempre sfugge
a chi teme i venti e non la bonaccia
che inaridisce irreversibilmente l'anima,
come racconta il senno di poi
E non lo so dove saresti arrivato
forse in nessun luogo
chi mai può dirlo,
ma lì o altrove
ti saresti comunque spogliato
dell'ombra dei giorni curvi
almeno per un po'
So però che fa male
aver fame di luna
se non si è disposti a morderla
solo per conservare intatti i denti
fino alla vecchiaia
e ora che la scruti col rimpianto
di chi non ne ha conosciuto il sapore,
non serve neppure che ti narri
del retrogusto suo
molto simile a un buco nel cielo
Poi la notte mi ha risputata quaggiù
un dente scheggiato o due
e tuttavia paga di partenza e viaggio
ancor più paga d'essere di nuovo
al posto mio.