Con la penna in mano e gli occhi chiusi (a mia madre)
Andrai oltre il tuo tempomi dicesti mamma nel riparo del tuo sonnotra gemiti d'amore e di torporeM'inerpico tra i giornia tessere illusioninel vibrar di fremiti e scintillesmanioso e ammaliatoda quella piacevole veritàScavo così con la mente nel passato per ritrovare le mie radici setacciando tutte le scelte perseguite che potrebbero rivelarne i misteri Ancora intenso è il profumo di quelle tue parolee m'inebria e m'accarezza il cuorenell'orizzonte eterno dello scrosciar del tempoE scendo dentro i miei inferni tra le punizioni dei miei giorni a frugare nelle difficoltà della vitanelle notti che m'avvolgono l'Esseretra frustrazioni e abbandoninei lamenti per ciò che fuie le lagnanze pel mio non essere statoRicordi che esaltano ancora la nobiltà del soffrire.Cesare Moceo poeta di Cefalù Destrierodoc @ tutti i diritti riservati