Confusione.
Non so come scrutare i tuoi occhi,
stelle brillanti che acciecano
ma anche profondi pozzi
oscuri ed inesplorati,
che vivono nella loro
mutevole condizione
e generano in me
la più impotente delle
confusioni.
Non riesco a capirne i segnali,
a leggere quelle parole
di una lingua straniera
che ascolto, inerme,
sforzandomi di comprenderne
il significato.
E i tuoi gesti,
che come un pendolo
oscillano tra il piacere
e la noia,
il tuo modo di fare,
sempre diverso
eppur sempre uguale,
confondono
continuamente
la mia mente
già confusa,
impedendomi
qualsiasi movimento,
tagliando di netto
la mia iniziativa.
Il problema non
è dare od avere,
perchè possiamo
dare il nostro tutto,
ma non è detto
che questo
sia abbastanza,
che sia la chiave
per aprire la
porta che abbiamo
di fronte.
Il nostro tutto
è ciò che siamo,
non possiamo
offrire di più
senza indossare
una maschera.