Coro dei giovani pastori delle montagne per la ninfa Eco
Dirò addio alla palla d'edera,
il cerchio di rami getterò nel fuoco.
Il mattino è passato,
tempo di giochi non è più.
Inoltrata è la primavera,
le gemme già volgono in fiori.
Non darò ascolto agli anziani;
tempo di vino è gioventù.
Saggezza non è la mia corona,
ornamento non mi è senno.
Tu, ninfa infelice, lévati,
prepara la mensa all’ospite.
Ecco, è già alla tua porta.
Con quale nome viene da te?
Ti dice il figlio di Cipride
“Luce di Sole è il mio nome”,
e sarà più nero per te della notte?
L’arciere fanciullo così ti parla:
“Mia madre mi chiama Miele”,
e di sangue saprà nella tua bocca?
Egli un tempo trafisse per te
Il cuore di Febo che tutto trafigge.
Te colpì la vendetta del dio:
mai la tua voce legata
potrà più parlare d’amore.
Ma il tuo cuore veglia e attende
L’ospite divino e i suoi doni.
Celato nel mantello bussa.
Sol quando il dardo ti colpirà,
misera, ti mostrerà il volto.