Corpo di donna
Per una volta
lascia che il mio canto non voli
ma si fermi.
Non aquila o farfalla
ma senz'ali.
Per una volta
lascia che non parli
di stelle
o di rugiada,
lascia l'universo
si perda nella notte
e non mi curi.
Per una volta
io canterò di te:
corpo di donna,
bianca collina
dolce terra
dove infinitamente rinasci
e muori.
Per una volta
io canterò di te
mia prateria
mio campo di granturco
mio pane e miele.
Ma lascia ch'io ne canti
non poeta
ma pittore.
Non poeta lo rivesta
di perle e seta
ma pittore lo renda
alla sua luce.
Fabbro lo forgi
alla mia fiamma.
Contadino
lo solchi
col mio aratro.
Montagna
lo disseti
alla mia fonte.
Per una volta
lascia che io canti
il tuo corpo
donna,
dolce e rude
io lo sfiori
nella mente
e i suoi misteri
ne assapori,
mi nutra
dei suoi umori,
io beva
la rugiada e il miele
dei suoi pori
e dolcemente mi perda
nei suoi antri scuri.