Cosa ti porto, dimmi... un mentre
e quando vuoi apro il cerchio degli elementi
‒ ti vivo nel sempre di equinozi? (Ti) aspiro, nutro
ossature di attese, il lucido delle forbici
cambio il vizio del pendolo
conto quanti giri in uno spicchio
se ho l’ora di te, in bocca: parto
ponendo fine all’increato
insensato ‒ al bianco cristallo
del giocar d’inerzia
20 ottobre 2024
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La sera appare come una megera ipnotica che mi passa le mani sugli occhi.