D'attesa il prato

E cerca l’acqua
con il suo occhio scuro
un inguine di zinnia. Spola
di un circadiale puro
sotto la morsa d’ombra
dilama, ventre a terra. La coglie
questa poesia gettata a braccio,
non io che sto smarrita
tra l’erba alzata delle nebbie
a chiedermi ‐ hai freddo?