Dall'alto della grotta, scorgevo 'l mare

Catapultata dai meandri del passato,
soave rimembranza,
dissacrante l'implacabil scorrimento temporale,
tal fragranza,
pregna di salmastro
racchiudente bianchi cristalli di sale
e, lievemente, dal consueto marino spirata,
giungea prorompente a favor del mio olfatto.

Saturante la grotta,
l'ineguagliabil olezzo s'intenso
si facea dolce nell'accarezzar minute nari,
nel mentre che, incerta,
sebben per mano di chi amavo,
calcavo, nella nuda roccia plasmati,
sconnessi gradini,
ond'approdar alla turchina distesa salata,
che già allor m'attirava
e gradatamente s'avvicinava.

Dall'alto della grotta, scorgevo 'l mare.

L'acre effluvio dell'onde
fustiganti screziati scogli bruniti,
‐ impettite sentinelle,
talune volte immacolate,
poste a frenar, della marea, l'ardir impetuoso,
sovra gl'impervi dirupi radicati nel fondale ‐
nonché assalente 'l fazzoletto d'anfratti e sassi,
imponente, sapea dissolver ogni altro odore.

Assai rumoroso, tal moto ondoso di cui l'eco
‐ ch'ancor odo, se 'l pensiero mi riporta,
rimbombante nella conca
e maggiormente fragoroso nella grotta ‐
esil orecchio ricolmava interamente,
di bimba accingentesi a bagnar tenere membra,
saltellando come pazza tr'abbondante spuma bianca,
in vetta a spessi sassi aguzzi,
ma ben lungi dal provar pur minima dolenza.

Gioiosa d'esser ivi,
nella pia spensieratezza, a sguazzar sulla risacca
al confine del suo mar, quand'ea in bonaccia:
creste d'onde susseguentesi leggiadre,
quasi a sfiorars'in un'eterea danza,
intra trascendental melodia d'un coral canto,
laddove fluido specchio col cielo s'incontrava,
sulla nascente scia della malia d'un real incanto.