Dannazione.
1 Non c’ è scampo per noi che abbiamo scoperto l’esistenza dell'inferno. 2 Quanto tempo è trascorso dal morso che mi ha resa febbricitante ? Quanti sono i minuti che volando verso il nulla mi hanno intravista esistere? Quante lune lune, quanti soli mi hanno vista sudare? Prendere lentamente coscienza fra la polvere. Coscienza dell’unica cosa che la bellezza non ha buttato giù al suolo per forzare il suo dominio: il Dolore. Le uniche gocce d’acqua con le quali mi inumidisce le labbra permettendo tra me e lei lieve contatto sono troppo avvelenate. Ferita è ogni suo lineamento, ferita sanguinante sulla parete interna del mio ventre, ed ora che ho disegnato dentro di me il più doloroso dei ritratti lei non c’ è, se n'è andata, quante ore fa ? Sicuramente leggera, danzando leggerissima, ed in ogni suo lieve passo di danza un nuovo preziosissimo velo la cingeva, occultandone la figura , non il profumo. E violento è il suo profumo in queste ore dove non c’è la sua immagine gentile a domarlo. Oh, potesse ora un sipario porsi anche tra me ed il disastro che ha lasciato. Ma non so in mano a quale buio andrei, liberandomi di quei ricordi accecanti. Ad ogni mio lamento compare il suo crudele fantasma potessi almeno scorgerne i lineamenti tra il frastuono delle mie grida. 3 E’ un dolore che non riesco a comprendere, un veleno che non posso catalogare, è una malattia che non posso studiare: toglie la ragione ed io ne sono infetta. Cosa provo? Non è “amore” è una musica, musica grave, che prende a calci, che ti esalta solo per poi scagliarti a terra . Cosa è “amore”? E’ una parola e pertanto non “provo” amore. Non si provano parole. Non si possono provare parole, sulla pelle, né sono le parole che penetrano gli occhi bruciando come spirito. Le parole non si provano. “Amore” è una parola e non si “prova”. Parole: edifici di cui crolleranno le fondamenta, presto, prima ancora di essere rimandati al significato che in esse si voleva far abitare. Parla = sarai architetto di sole macerie. Parla e sarai madre di figli morti, storpi, mostri putrefatti senza padre. 4 E’... musica, musica troppo forte, musica che ti fa volteggiare in aria mentre pregusta il suono del tuo schianto. E il suolo pregusta il tuo sangue; tutto. E l’aria attende il suono della stridula nota finale. Bellissima ballata dal finale stonato. 5 Non c’è scampo per noi che abbiamo scoperto l’esistenza dell’ inferno. 6 E’ un morbo che rende assassina la più bella delle cose. Quanto ingiustamente sa mettere nella mano della pura bellezza il pugnale sporco del tuo sangue! In quale balordo modo lascia alla presunta assassina la stessa meravigliosa maschera di sempre; costringendoti cosi ad amare il suo terrificante nuovo ruolo. Ed ora nessuno come lei può essere tanto innocente mentre manda a morte una persona; gli unici veri boia sono questi occhi che la vedono: sono loro l’attrezzo principale della surreale tortura eterna ed al tempo stesso, nonostante tutto, le uniche vere finestre che danno al paradiso. Non c’ è scampo per noi che abbiamo capito che è la sola cosa che possiamo desiderare… adesso che l’abbiamo visto.