Danza dell'Ignoto
Nel labirinto dei giorni, ombre dietro scrivanie,
Burocrati danzano tra carte e inchiostri neri.
Chi sono, o guardiano dei formulari imperscrutabili?
Vogliono ordine o confusione nei sentieri?
Sotto il peso dei timbri, il segreto si fa legge,
In uffici silenziosi, la vita in fila s'inchina.
Dove sono, questi custodi dei protocolli,
Tra fogli ingialliti, in stanze dove il tempo s'annida?
Quando agiscono, nell'arcano delle decisioni?
Sulle ali del tempo, o sospesi nell'eterno presente?
Come danzatori di un rito senza spettatori,
Gli atti notarili diventano danze senza respiro.
Che cosa vogliono, questi guardiani di regole astratte?
Un ordine inciso su tavole divine o umane?
Che cosa consigliano, in lingua di cifre e codici,
Ai naviganti persi nei mari della burocrazia?
Sono positivi, gli oracoli della carta timbrata?
O negativi, come il sigillo su un destino imprigionato?
In questa danza di domande senza risposte,
Il burocrate si perde nell'abisso dell'interpretazione.
In questo teatro di risate e sospiri,
La verità è un'ombra che sfugge tra gli archivi.
Saggio è chi cerca luce nel labirinto oscuro,
E intende il linguaggio nascosto nei decreti burocratici.
Che validità ha il sapere inciso su fogli ingialliti?
In questa danza, la conoscenza si svela e si sottrae.
Contraddizioni danzano sulla scena del quotidiano,
E il burocrate, custode di segreti, sussurra: "Chi sono?"