Del regno della polvere
Poi pubblica una foto
e cita un altro verso,
macchia di nuvole un lato
del cielo terso, col pennello
rosso, gli zigomi in stallo,
gli occhi di corallo, il vibrato
del canto, l’universo
conosciuto e quello ignoto
del regno della polvere
al confine del tramonto
che inverte la corrente
della memoria: ferma la gara
degli stenti, l’acqua chiara
è storia, sia di torrente
o di mare, nel racconto
degli assenti da assolvere
allo scadere della clausura.
E abiura le veglie notturne,
la catalessi del cuore, il suono
dei cancelli in chiusura, le faglie
della coscienza e le scaglie
di dolore acuto. C’è un cono
di luce in ogni abisso, lanterne
illuminate all’alba di ogni fioritura.