Deliri notturni
Attesa
quasi bramata
da spasmi d’illusa euforia
la notte si fa malandrina
e tenta gli inganni più assurdi
celata ai riflessi del sole.
Si schiude
allo scoccar mezzanotte
il fiore delle certezze perdute
e trema la mano
sulla trama inconsapevole
di un seno lascivo
che inganna il mistero
dal labirinto all’attesa.
Vuota è l’idea
d’un folle orgasmo
eiaculato su tela antica
e labbra spezzate
dallo scavar del tempo
sono voglie mute
di una giostra sola.
Cerca lo stelo
un’orchidea avvizzita
bramosa d’aria
la gioventù perduta
e assale il canto
con gorgheggi di rosa
mentre divora il dardo
e ne cannibalizza il seme.
La notte arriva
il treno se ne va.
Solo panchine vuote
in questa stazione anemica.