Di facce, di ardesie

Non gli servono porte
è un immenso vociare questo corpo

ricorda luoghi, suoni
moti perpetui. Popoloso
di facce, di ardesie
talvolta si allontana dall’incuria dell’uomo

gli dona un sorriso che commuove
ma in penombra si confonde
con la lama, dolce, del silenzio.