Di freddi sussulti

Svuotate,
vuote di luce
solo acri guizzi
parche le ampiezze
le tue pupille di mota
nelle mie notti
interrotte, sentieri disastrati
ai tuoi avvicinamenti.
Di freddi sussulti
si trema al fianco
del tuo spirito
appeso a una gruccia.

Rimetto alla memoria
i margini dell’essere,
nessun fiore odoroso
al di là della porta.
E dormo su ossa di alabastro,
è una buca il declino
ma basta il nero che prevale
a raschiare te dalla pelle.

Nero colmo di sale.
Tu non parli più,
t’ho mandato un ronzio
di farfalla nella testa.
È piccola la salvezza, volevo ringraziarti
per aver acuito la figura del sole,
domani.