Di lei rubo movenze
Di lei rubo movenze
ancora credo di potere
alito al suo fianco
io che raggelo
per primavere d’occhi
di fiori assenti
quando mi passa accanto dura
da pietra arida
su cui erba non cresce
se non quella insidiosa
amara ꟷ l’inganno di una trama
che dal tormento io stesso nutro.
E spio, non altro posso
anche voltato torno di straforo
al suo crudele raccontare
e poi nascondere. Cos’altro cerco?
gioia di muschio
l’amo spergiura e misera
asserragliata accanto
ne ho il respiro ꟷ pur se a singhiozzi.
Non c’è oltre le mura nulla
a darmi libertà in tempeste
più dell’assente che improvvisa
prende a fissarmi in viso
dolcezza rara
poi cieca mi confina
in cima al precipizio. Vivo
di princìpi di vuoto
di sfuocature,
eppure.
Poesia pubblicata in "Sette quadri da La prigioniera", antologia proustiana LaRecherche.it [eBook n. 247]