Di questo Natale
E’ arrivata la neve ad accarezzare le cose,
in fondo bianchi siamo tutti più belli
che ci potrei fare un pupazzo con le mie parole e i suoi capelli
o costruirci un presepe comprensivo di Re Magi e cammelli.
Di questo Natale, che sento già trascorso
ancor prima che arrivi a fine percorso,
ho colto un senso di antico stupore,
di cose semplici, dal buon odore.
E così son qui seduto a godermi questa magia
innanzi a un camino immaginario, dal sapore di bugia,
le braci tiepide mentre la fiamma alta impera,
non è Natale se digiuni di emozioni da una vita intera.
E la Novena, la vigilia, chi se le ricorda?
Baccalà nel piatto e di contorno la foto di una donna che non torna,
non è mai tornata, poiché ancora ha da arrivare
e allora si quel giorno in cui tornerà senza essersene mai andata sarà il mio Natale.
Di questo Natale ricordo un dono, non accettato,
il cui pacchetto è rimasto vuoto, come un pozzo dimenticato,
e se lo guardo non ho parole ma sorrido pensando di averlo inviato,
poiché quel pensiero, così come il rifiuto, erano entrambi privi di significato.
Natale significa spesso un anno, che se ne va, da dimenticare,
è un orologio fermo in eterno procinto di partire
ma che non sa mica bene quando e perché ti farà poi morire
o, con un tac che ti tronca all'improvviso la mente, ferire.
Di questo Natale che trascorre senza passare, come olio nell’imbuto,
mi porto dentro il più grande dono mai ricevuto,
ancora non l’ho scartato, ne ho letto solo il biglietto
di cinquantamila battute, forse cinquantamila, e centootto,
quanto quei passi che la separano da casa, mentre li ascolto tornare,
e in quel suo batter di cuore sento, che a casa, mai ci vorrebbe arrivare.