Disposizioni per le esequie
Con scalpitar potente d’andatura a tempo,
riverente in segno di rispetto,
lenti marciarono i cavalli
con scialli a lutto sopra il petto fregiati,
come disponesti.
"Morelli quattro tutti neri
e Bai quattro molto bruni,
dispensate da fiori e da corone,
che regni sacra la quiete,
la carrozza di vernice scura
spoglia d’intagli e di rilievi,
ogni putto meglio sia d’abete,
dodici i ceri su colonne d’olmo;
che i prelati siano con cura
scelti tra quelli registrati,
le casule viola damascate,
d’incenso il turibolo stracolmo;
i chierichetti vengano abbigliati
con cotte a gigliuccio ricamate,
celebrante sia il confessore,
quello che rimise i miei peccati
unica strada per il Creatore.
Con cilindri e livrea i tre cocchieri
e gli staffieri siano appiedati.
Mi perdoni Dio onnipotente
se desidero partire in compagnia
e che quel giorno venga tanta gente".
Tutto come richiedesti cara zia:
sui margini gremiti della strada
moderati gli applausi e modesti,
ingente il seguito per via, muto.
A mani giunte, tacita, ordinata,
una folla commossa, sempre grata
a capo chino in guisa di saluto,
processione devota per un santo
scomparso solo per un poco
che fra non molto, come per incanto
lampo nel cielo brillerà di fuoco.
Eccoti zia un breve resoconto
di quello che volevi e già saputo,
d’un trapasso privo di tramonto,
rimasto memorabile e solenne
come la tua vita che divenne
per tua bontà perenne.