Dito di luce
Ricorda di come annaspavo
tra i detriti avanzati
dal mio petto in piena
incastrati tra un muscolo e l'altro
Non chiedevo passaggio
per timore di far peso
su schiene forse già ricurve
e poi d'un tratto
fui sazia d'arrancare
con borraccia deserta a tracolla
e la gola tossiva, friggeva e tossiva
Pensai quindi
che forse era giunto il momento
di credere in te,
mio spettatore abbonato, muto e impotente
col vento in spalla e nelle mani il sole
Perciò dico che tu,
per quanto non voglia sentirti dire grazie
sei stato dito di luce
con cui ho potuto sfogliare l'angolo
di una stagione prolissa
in tempo per rinascere.