Se la felicità non esiste
io mi chiedo come possa sussister
il suo vigliacco polo opposto!
Eppur quest’ultimo
io spesso lo assaporo e lo gusto
in tutta la sua pienezza ed amarezza.
Quotidianamente bevo dal suo calice
che mi empie e mi strugge
e soddisfa la mia sete.
Ma la mia gola non è secca
e io come un matto,
cerco ancora di scoprire se esiste o meno
questo frutto marcio ed illusorio chiamato
felicità.
30 marzo 2006
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Per un curioso ed incontentabile come me la faccenda di credere o non credere in Dio non riveste alcuna importanza, anzi appare alquanto riduttiva. A me quello che interessa è percepire cosa è Dio, entrare nella sua testa, vedere nella sua mente e capire cosa è accaduto durante quei suoi cinque minuti di follia che hanno portato alla creazione dell’Uomo.