Dolce tepore
Una voce profonda,
strofinata dal fumo,
avvolta nell’età.
Una voce che parla e fruga,
capelli e pensieri di una donna.
Come un’anima che distende le braccia...
In cerca d’ali, di slancio o di un laccio
che tenga e lo leghi in vita.
Nel dentro: Un momento…
…E’ di nuovo la fuga!
Non crede al calore perenne,
ma all’ardore che scalda
oltre le spalle e la schiena.
Oltre, ahimè, la persona è figura
e come tante si aggira
fra le celle del consueto.
Vorrebbe d’una Mantide le lenzuola bagnate
e incline al peccato si diletta al seduttore.
Vorrebbe d’una Mantide il grido, il gemito e il ti amo!
Sentirla muoversi sul palmo della mano.
Sentirne la morte, nella stretta delle dita.
Saperla vinta…a partita finita.
Per poi alzarsi danzando il suo tempo,
nuovamente sospeso sul filo del vento
Ma se quella Mantide fosse Scorpione…
"Ahi che dolore quel dolce tepore!"