Guardi dai vetri sporchi
scrosci di pioggia,
che bagnano da ore
le strade ormai deserte.
Non c'è riposo Judith,
la notte non è fatta per dormire.
Nel freddo acre della stanza vuota,
tra i libri aperti a caso e la vergogna,
quel niente che rimane
di un incompiuto slancio,
vissuto appena il tempo di un respiro.
Si spenge un lampo,
il cielo chiude gli occhi.
Dal disaccordo di una melodia,
cade una lacrima d'argento
e tutto tace,
per far posto all'alba.
9 maggio 2008
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