Dopo quel 14 Novembre
È il silenzio che abbonda
ora, che calma è quell'onda
che, prima, furiosa,
sommerse ogni cosa.
È la nebbia che, da padrona,
nasconde tutto a quella persona
ch'è rimasta di guardia a quel poco,
risparmiato in quel giorno fosco.
Anche il sole si veste a lutto
per nascondere quel che ha distrutto
il fiume, che si è ribellato
alle ferite che l'uomo ha "creato".
Non l'abbaio di un cane,
nè il coccodè di galline
si odono più, da quando
il Po uscì, furibondo,
poi che fu l'argine rotto.
Sono tanti gli anni trascorsi,
e non si fanno più discorsi,
ma che ha vissuto quei giorni
spera, solo, non vi si ritorni.
Ricordando, da protagonista, l'alluvione dl Polesine: 14 novembre 1951. Sono impressioni che tendono a descrivere il desolato paesaggio sommerso dall'acqua.